Rassegna 2014

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rassegna teatrale 2014

 

Gennaio 

Domenica 12/01/2014 ore 19,30

 

quanto mi dai se ti uccido – Liberamente tratto dall’omonimo libro di Walter Spennato

 NASCA teatri di terra  

Progetto teatrale in Anteprima con Ippolito Chiarello 

 

Un assassino? Un serial killer? Sicuramente uno scrittore. Un uomo che scrive per la necessità di esorcizzare la paura del sangue, del rosso, delle armi. Un serial killer che sembra, per fortuna, eternamente alle “prime armi”. Una confessione pulp, un diario plastificato dei suoi omicidi… che forse non ha mai commesso. Costretto, ma mai abituato, alle armi dalla madre, che da piccolo lo mascherava a Carnevale da Zorro o Cow Boy, ad anni alterni. Un malinconico felice, che a causa dell’abitudine ai simboli della morte conosciuti da bambino, ed alla violenza subita in famiglia e nella società, tenta di legittimare la sua condizione di “assassino” seriale raccontando in giro i suoi presunti efferati delitti. Ma in fondo è solo un uomo che vorrebbe guardare negli occhi Luna con un fiore in mano. Uno "scherzo teatrale", per burlarsi con il sorriso della morte e per denunciare, tra le righe, la facilità dell'uomo contemporaneo a servirsi dell’assassinio per risolvere anche le piccole nevrosi quotidiane. Denunciare l’assoluta inconsapevolezza con cui ci stiamo abituando alla violenza, sempre più normale, nel mondo e nel nostro Paese, dove l’omicidio diventa “show televisivo”, business per avvocati catodici, vetrina per falsi criminologi, meta per gite dell’orrore: un Paese che vede il sangue in tv scorrere da un canale all’altro, senza soluzione di continuità. "Occhio per occhio, dente per dente… perdente”.

 

Domenica 26/01/2014 ore 19,30

 

IANCU – di Francesco Nicolini e Fabrizio Saccomanno

Diretto ed interpretato da Fabrizio Saccomanno

 

Questo è il racconto di una giornata. Una domenica dell'agosto del 1976 in cui la grande Storia, quella con la S maiuscola, invade la vita e le strade di un paese del Salento. Un famoso bandito, fuggito dal carcere di Lecce due giorni prima, è stato riconosciuto mentre si nasconde nelle campagne del paese. Inizia così una tragicomica caccia all'uomo che coinvolge un po' tutti, bambini compresi. Ma questo non è solo il racconto di una giornata. E' il racconto di un'infanzia e degli inganni e le illusioni che la circondano. Ed è soprattutto il racconto di un'epoca.
Attraverso gli occhi di un bambino di otto anni viene ricostruito il mosaico del ricordo: uno strano e deformato affresco di quegli anni nel profondo Sud. Un sud che oggi non c'è più, piazze e comunità che si sono svuotate e si sono imbarbarite, o sono state svendute. Con quegli occhi a volte spalancati, altre socchiusi, altre ancora addormentati e in sogno, si racconta un mondo, frammenti di storia e di uomini e di donne, di battaglie tra bande e rivali e giochi pericolosi. Nessuna cartolina, nessuna nostalgia: è un mondo duro, cupo, eppure comico e grottesco. Un mondo fotografato un attimo prima di scomparire. Un mondo di figure mitiche, contadini, preti, nonni, libellule, giornaletti e una gran voglia di diventare grandi, chissà poi perché.

 

 

Febbraio

 

Domenica 09/02/2014 ore 19,30

 

l’isola degli schiavi – di Marivaux

Compagnia La Busacca  –  Regia di Francesco Piccolo

L'isola di Pierre De Marivaux è una messinscena utopica, piena di speranze, che nasconde una profonda ansia di rinnovamento e di fiducia nell’umanità animata da un desiderio di rinascita della natura stessa degli uomini e dei rapporti che fra loro intercorrono. E’ la storia di quattro malcapitati naufraghi che provengono dal Vecchio Mondo e che approdano in seguito a un naufragio su una misteriosa isola. Da qui comincia un raffinato gioco teatrale scandito da una brillante ritmica comica che non rinuncia a note di profondità e di riflessione. L’isola è dunque l’isola della libertà. Marivaux esalta il teatro, lo esplora, ne celebra la potenza e lo mette in dubbio perché per l’autore francese, come per tutti gli autori di teatro, il palcoscenico è il mezzo imprescindibile per una presa di coscienza esistenziale, etica, che conduca all’uguaglianza e al rispetto fra gli uomini.

 

Domenica 16/02/2014 ore 19,30

 

eratu’s – fra sacro e profano

 Concerto coro polifonico diretto dal M° Deborah De Blasi

Il Coro Polifonico di Musica Antica ERATU’S, diretto dal M° Deborah De Blasi, porterà il pubblico attraverso i secoli in un viaggio sonoro dedicato ai sentimenti, al divertimento, al godimento delle cose belle e piacevoli della vita, ma anche alla fede più sincera e semplice, alla venerazione mariana ed alla gioiosa condivisione del culto religioso.

 

Giovedì 27/02/2014 ore 19,30

 

oggi sposi – di Ippolito Chiarello  – al pianoforte L. Bubbico

NASCA teatri di terra –  con Ippolito Chiarello 

OGGI SPOSI debutta il 15 dicembre 2002 e ancora oggi continua a mietere successi e consensi tra pubblico e critica. Centinaia di repliche e migliaia di persone che lo hanno visto e continuano a ritornare e a rivederlo. Uno spettacolo che scava nell'ambito del comico e del grottesco con i modi dell’avanspettacolo e del varietà, contaminati dai sistemi dettati dall’esperienza teatrale nell’ambito della ricerca.  E' un alternarsi ubriacante di sollecitazioni al riso e all'emozione, secondo i canoni del teatro comico musicale. Attraverso la musica, la letteratura, l'improvvisazione e le massime della saggezza popolare l'attore racconta il matrimonio e l'amore in una sorta di cerimonia collettiva. Il giorno più bello della vita di una coppia viene narrato con le canzoni di Daniele Silvestri, Fred Buscaglione, Totò, Mina e con l'espiazione canora a base di Eros Ramazzotti e Umberto Tozzi (per citare i più famosi). Da Ti Amo al Dante di Paolo e Francesca il passo è breve. Il tremendo peccato del bacio più famoso della letteratura italiana è recitato tra una risata e l'altra. Fanno compagnia al sommo i testi di Alessandro Manzoni e Giovanni Verga, Francesco D'Assisi e Gabriele D'Annunzio, Dino Campana e Fernando Pessoa. E ancora le deliranti posizioni dell'Amore dura tre anni del francese Frédéric Beigbeder. Chiarello ci mette del suo con racconti della sua stessa vita, con gli amori finiti e quelli mai iniziati. L’eterno dilemma: matrimonio si, matrimonio no, e l’amore in tutto questo cosa c’entra? Un po’ rito, un po’ sfogo. Lo sfogo di un uomo che “memore”… disserta a voce alta sul matrimonio e l’amore. Pescando a piene mani nel repertorio letterario e musicale antico e contemporaneo, l’attore, tra il serio e il comico, attraversa “pericolosamente” i meandri del “rapporto di coppia”. Del matrimonio vengono riproposti anche i preparativi, con la lista delle cose da fare, e i regali, con una esilarante lista nozze dove vasi kitsch trovano spazio tra televisioni ingombranti e il cd delle Vibrazioni. Lo spettacolo gioca su due registri: la comicità spinta in forma di raffinato varietà dettata da un pianista distratto e poesia alta.

 

marzo

 

Domenica 09/03/2014 ore 20,00

 

piu’ sepolto che vivo – di Giuseppe Miggiano

Compagnia Calandra – Tuglie

In una grigia canicola salentina, di un’estate di non si sa quando, non accade nulla. Proprio nulla. C’è poco di tutto, poche persone, pochi bar, pochi ozi, pochi negozi. Proprio poco. Una noia mortale, anzi neanche quella. Perché a Scogliano, o Scoglianò qual dir si voglia, non si muore neanche più. E l’unica agenzia funebre presente, la Cazzato & figlio, muore d’inedia. Uccio, orbo di un occhio e il nuovo assunto Pippi, gli unici dipendenti, non riescono neanche ad ammazzare il tempo, presi dal nulla. Tutto è sospeso ad un filo che non esiste. E allora mangiare una caramella trovata per caso nel carro funebre, o esibire un paio di occhiali arancioni, o pettinare un’anziana ma arzilla signora, possono diventare l’unico diversivo. Poi accade che qualcuno muore, pace all’anima sua, e tutto si rianima. O così sembra, perché il viluppo colloso permane e rallenta tutto, anche la nebbia. Che non fa vedere a Pippi la strada che porta al cimitero, né il corteo di personaggi strambi al seguito di non si sa che cosa. Dove mai andranno a finire di notte, senza cartelli stradali né indicazioni, nel luna park buio fatto di pece?

 

Domenica 23/03/2014 ore 20,00

 

assedi – di Deborah De Blasi

Compagnia Teatrale dell’Accademia della Minerva

 

«Assedi», dramma storico di Deborah De Blasi portato in scena dalla compagnia teatrale dell’Accademia della Minerva. Il primo dramma in atto unico interamente dedicato alla conquista di Otranto per mano dei Turchi, nell’anno della canonizzazione dei Martiri. “Assedi” è la narrazione viva e palpitante, fra mitologia e fede, fra storia ed immaginario di due eventi sostanziali per la nostra civiltà occidentale: l’assedio di Costantinopoli del 1453 e quello di Otranto del 1480. Maometto II conquista due luoghi-simbolo e a narrare le vicende cruente di quei mesi ci sono cronache e diari e  leggende che hanno contribuito a mantenerne acceso il ricordo. A condurre lo spettatore nell'affascinante cammino saranno tre ammalianti sirene. A narrare il dramma delle ore più amare, invece, le due maestose Cattedrali delle martoriate città, quella di Otranto e quella di Santa Sofia di Istanbul (allora Costantinopoli). Sacralità e carnalità, preghiera e rabbia s’accavallano, si rincorrono, scorrono per condurre ad un trepidante e teso finale. Due luoghi in pietra e oro, che vengono profanati e violati con una cattiveria che palesa l’oltraggio nei confronti di un pensiero divergente, da piegare, da annientare. C’è un forte parallelismo fra la cattedrale di Otranto, Santa Sofia di Costantinopoli e la donna, che spesso non viene uccisa ma trafitta dal male peggiore, quello dell’oltraggio.

 

Aprile

 

Domenica 06/04/2014 ore 20,00

 

pluto – liberamente tratto dall’opera omonima di Aristofane

Compagnia La Busacca  –  Regia di Francesco Piccolo

Esilarante e sagace commedia incentrata sulla figura di Pluto, dio della ricchezza. Secondo la mitologia il dio Pluto è cieco e perciò è costretto a distribuire la ricchezza a casaccio. Ma se riacquistasse la vista? La commedia ruota con pungente intelligenza e allegra ironia intorno a questo paradosso. Aristofane è autore principe della commedia antica che secondo alcuni è addirittura precedente alla tragedia antica. E “Pluto” è una delle ultime sue commedie. Siamo sempre nel V secolo a.C. ma, visto il tema trattato, quale opera potrebbe essere più moderna?

 

Domenica 13/04/2014 ore 20,30

 

sogno di una notte di mezza sbornia – di E. De Filippo (ispirata alla novella “La fortuna si diverte”)

TaliAnxa – Compagnia Teatrale Onlus – Gallipoli

 

Una pièce tra le più esilaranti che Eduardo abbia mai messo in scena.

Pasquale De Felice, il protagonista, è un povero facchino con il vizio di alzare il gomito; sarà per questo che fa sogni strani. Come quando gli appare Dante Alighieri, il Sommo Poeta, il quale gli dà i numeri di una quaterna ma gli rivela anche il giorno e l’ora della sua morte: esattamente otto mesi dopo la vincita. Il facchino visionario gioca e vince! Mentre la sua famiglia si rallegra dell’insperata fortuna, Pasquale, con il pensiero fisso e pieno di preoccupazioni per l’imminente morte, non riesce a godere della ricchezza. Il pensiero della sua morte annunciata è sempre presente e gli fa vivere con angoscia l’attesa. Quando arriva l’ora fatale…

 

 

Domenica 04/05/2014 ore 20,30

alcesti o il dono di sé – di Euripide

Corso espressivo teatrale di Ruffano a cura de La Busacca

Simbolo dell’amore coraggioso, sintesi delle virtù femminili, eroina di fronte alla morte: questa è Alcesti, il personaggio di Euripide che polarizza l’attenzione nella sua omonima tragedia dai toni poetici, sentimentali e patetici. Emblema della donna ideale nella Grecia del V secolo, Alcesti è la sposa fedele e la madre affettuosa che, sopraffatta dalla passione, è disposta a sacrificare la propria vita per salvare quella del marito. Vede spegnersi la sua esistenza nel fiore della giovinezza, e si offre alla morte senza lacrime nè afflizione, non rimpiangendo il passato nè rimproverando Admeto dell’egoistico patto con Apollo. Abbandona la terra chiedendo al marito solo di conservare indelebile nel suo cuore il proprio ricordo e di non amare in futuro altre donne, in una scena struggente davanti al palazzo reale che marca ancor più l’evidente contrapposizione tra coraggio femminile e debolezza maschile. Ma in questa tragedia l’amaro destino sembra avere due facce: riposta quella crudele impersonata dal demone della morte Tanato, con Ercole, eroe e salvatore di Alcesti, pare commuoversi alla triste storia della donna e lascia che, per una volta, venga infranta la rigida legge che impedisce ai morti di tornare in vita.

 

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